Messi e quel mantello indossato nella premiazione mondiale tra tante polemiche – Calcio

Messi e quel mantello indossato nella premiazione mondiale tra tante polemiche – Calcio

Messi e quel mantello indossato nella premiazione mondiale tra tante polemiche – Calcio


Nella foto più bella della carriera di Leo Messi, nel giorno del trionfo mondiale finalmente divenuto realtà a 35 anni, la maglia dell’Argentina è scomparsa. Coperta da una lunga tunica nera con ricami dorati, fatta indossare al campione – sorridente ma imbarazzato – dall’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, davanti allo sguardo complice del presidente della Fifa, Gianni Infantino. Al momento della premiazione il numero dieci è stato vestito con un Bisht, un mantello tradizionale arabo – indossato dai soli uomini – che simboleggia prestigio, regalità e ricchezza. Non è un caso che ciò sia avvenuto il 18 dicembre, la festa nazionale del Qatar perché giorno dell’unificazione, avvenuta nel 1878.

Un gesto fortissimo, in mondovisione. I suoi significati sono fin troppo evidenti. Da una parte, il rispetto verso il capitano della nazionale trionfatrice, vestito con il più importante dei mantelli, l’abito delle famiglie reali e delle grandi occasioni, dei momenti speciali della vita e delle cerimonie formali. Dall’altra, e ancor di più, l’affermazione del potere e dell’importanza del Qatar davanti ai cinque continenti collegati. Il simbolo del torneo, l’uomo destinato con tutta probabilità a vincere il suo ottavo Pallone d’Oro, “obbligato” a una vestizione simbolica e a veder legato per sempre l’attimo della gioia più grande a un simbolo del Paese che l’ha ospitata. 

Messi vestito con il Bisht

Messi vestito con il Bisht 

La propaganda per silenziare le domande sui diritti civili negati

Insomma, un atto di propaganda e di potere che ha suscitato moltissime critiche da parte di chi ha visto la scena come il tentativo della legittimazione definitiva, pensato per silenziare le polemiche sul rispetto dei diritti civili e sulle condizioni dei lavoratori impegati nella costruzione degli stadi che hanno accompagnato “Qatar 2022”.

Lo sponsor oscurato dal mantello

Inevitabile pensare a come si sarebbe comportato in una situazione simile il campione a cui Leo Messi viene da sempre avvicinato, Diego Armando Maradona, uomo che non ha mai avuto paura di schierarsi con dichiarazioni e gesti clamorosi contro la Fifa e contro il potere. Così come, molto più prosaicamente, è facile immaginare la reazione dell’Adidas, l’azienda tedesca sponsor dell’Argentina, che aveva accompagnato Messi al torneo con uno strepitoso spot in cui si vedevano giocare insieme le cinque versioni mondiali di Leo, da quella giovanissima del 2006 a quella attuale, del 2022. Nel momento più importante, nella foto scattata migliaia di volte col capitano che finalmente alza la coppa, il marchio dello sponsor è scomparso, così come il suo numero dieci.

Il momento in cui Messi alza la coppa al cielo

Il momento in cui Messi alza la coppa al cielo 





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